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Dancalia la Terra del Diavolo
LIBRI DI VIAGGIO DANCALIA
TRAVEL BOOKS DANCALIA
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Ciao, mi chiamo Antonio. Ho scritto la storia (vera) della temeraria spedizione di otto uomini e tre donne, prime bianche, che nel 1995 hanno sfidato a piedi le torride immense distese della Dancalia (Etiopia). La spedizione seguiva lo storico itinerario dell’esploratore …
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Stralci dal libro


Lago AfreraGuerriero Afar

La Dancalia: un territorio desertico tra Etiopia ed Eritrea che si affaccia sul Mar Rosso dove sbocca il grande Rift Africano, la Rift Valley. Già nel 1988 avevo progettato un viaggio in quell’area geografica tra le più calde e inospitali della terra, ma solo nel 1993, dopo la riuscita spedizione nella Suguta Valley, nel nord ovest del Kenya, presi in seria considerazione il progetto. Un valido aiuto mi venne leggendo il libro di Nesbitt “La Dancalia Esplorata”, del 1928, che Rossana, una compagna di tanti viaggi, aveva trovato cercando nella Biblioteca Comunale di Como. Ho letto e riletto quelle pagine per rilevare quei dati geografici che ritenevo ancora validi per comporre una mappa con i nomi dei monti, dei vulcani, dei deserti. Volevo placare il desiderio di vedere nella realtà i profili degli orizzonti disegnati allora. Rinvenire, come estrema soluzione alla sete, quei punti d’acqua salmastra e saponosa che, se la bevi, ti si attorcigliano le budella. Non meno importante era il contatto con le tribù nomadi dei Dancali che vivono in quelle terre desertiche, lontane da ogni via di comunicazione: gli Afar, che significa “liberi”. Un popolo, si pensa, di origine araba, che anticamente approdò sulla costa occidentale del Mar Rosso e occupò quel territorio oggi chiamato Dancalia.
                  Un viaggio nel viaggio!
(…) Alla presentazione del programma si intuiva già, dalle prime battute, che non sarebbe stata una passeggiata: “Per affrontare la durezza del clima e l'inaccessibilità dei luoghi, si richiede a ogni individuo, oltre a una severissima autoselezione sulle proprie condizioni fisiche e psichiche, una grande capacità di sopportazione e di adattamento a situazioni di estrema difficoltà: fatica - stress - disidratazione - scarsa alimentazione - lunghe marce su terreni difficili (lava, fanghi, deserti, distese di sale) - rettili velenosi e, non  meno, la probabilità di essere aggrediti da tribù molto ostili e imprevedibili, descritte come:“feroci tra le feroci che hanno il tradimento nel sangue”.


…) ci siamo riuniti a Bergamo per fissare gli ultimi dettagli e per confermare la propria adesione alla spedizione nell’infuocata Depressione Dancala. Ci conoscevamo quasi tutti per aver condiviso le peripezie della Suguta Valley, anzi da prima. Sapevamo abbastanza di noi, delle nostre reazioni in situazioni estreme. Potevamo partire per una nuova avventura.

Nomadi Issa

(…) Dopo i preparativi, il gruppo formato da otto uomini e tre donne, le prime nella storia a sfidare, a piedi, le torride immense distese della Dancalia, chiamata anche la Terra del Diavolo, si ritrova la sera del sei marzo all’aeroporto di Roma con tutto il materiale necessario. Destinazione Addis Abeba. Puntuale quella sera anche l’amico Danilo, arrivato per consegnarci trenta taniche della capacità di trenta litri ciascuna, creando scompiglio davanti al check-in dell’Ethiopian Air Lines e anche un certo interesse tra il personale, che, incuriosito, vuole conoscere lo scopo di quel materiale. Spieghiamo che dovrà servirci per il trasporto della nostra scorta d’acqua in Dancalia. Un funzionario dell’aeroporto si avvicina meravigliato e ci racconta che un suo parente aveva partecipato alla spedizione italiana guidata da Raimondo Franchetti, che nel lontano 1929 esplorò quel territorio da est a ovest, e precisamente, da Beilul sul Mar Rosso a Maccallè sull’altopiano etiopico. Noi avremmo dovuto intersecare quel percorso nei pressi del lago Afrera, ex lago Giulietti. Avevo una copia della mappa di quella spedizione e alcune fotografie scattate allora proprio nella zona del lago Afrera nel marzo del 1929 (…)


(…) In attesa dell’imbarco spieghiamo i motivi e gli obiettivi del nostro viaggio. Ci proponiamo di ripercorrere, con gli stessi mezzi di allora, il tratto più impegnativo della Dancalia. Attraversare con una carovana di cammelli la Depressione Dancala, la più vasta esistente sulla terra, 120 metri sotto il livello del mare, una delle zone più difficili e selvagge dell’Africa. Partire dal lago salato Afrera e marciare in direzione nord seguendo il gruppo vulcanico Erta Ale, o Ertale, fino a Dallol, nella Piana del Sale. Duecento chilometri in dieci tappe. Non sappiamo però quali difficoltà avremmo avuto per arrivare al lago Afrera con le macchine. Non ci sono notizie della percorribilità della pista e se, una volta arrivati, avremmo trovato un numero di cammelli tale da poter caricare le trenta taniche d’acqua, i viveri e il materiale. L’unico modo per saperlo è di provarci. Così rifletto e credo lo facciano anche i miei compagni, mentre l’aereo ci porta nella notte verso l’Africa e ancora una volta in Etiopia. (…)



DANCALIA la Terra del Diavolo, di Antonio Biral (Campanotto editore). Il libro racconta la straordinaria spedizione di tre donne e otto uomini che si addentrarono a piedi, con una carovana di cammelli, seguendo le orme della storica impresa dell’esploratore L. Nesbitt (anno 1928), quando vennero catturati e tenuti in ostaggio dai temibili guerrieri Afar.
Paesaggi, incontri, fatiche e momenti drammatici, sono documentati da straordinarie immagini e mappe che si confrontano con carte e schizzi risalenti agli esploratori italiani degli anni Venti. Un Viaggio nel viaggio.

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